
Oltre ai cammini, la pandemia ha fatto spazio ad altri tipi di turismo più congeniali alle nuove esigenze delle persone: ritmi più tranquilli e tanto, tanto bisogno di compagnia. Ne abbiamo parlato con la travel designer Francesca Pozzan.
«Il turismo naturalistico e ambientale, prima del 2020, esisteva, ma era appannaggio di sportivi e montanari – commenta Pozzan – ora invece si è diffuso ed è persino extra stagionale. Tutti lo vogliono fare, anche chi prima prediligeva il villaggio. Che sia al mare, in montagna o in campagna è uguale».
Francesca, fino al 2017, lavorava per un tour operator ma ha deciso di lasciarlo e di mettersi in proprio diventando una travel designer, ovvero una sarta del viaggio su misura. Una figura che ai tempi non era molto diffusa ma che negli ultimi anni è sempre più richiesta e Francesca ha ben chiaro il perché: «I viaggiatori sono insicuri. La pandemia ha lasciato uno strascico di paure, a volte anche ingiustificate ma che vanno accolte e ascoltate.
In più c’è la tendenza a slegarsi dai prodotti preconfezionati delle agenzie, la voglia di essere coccolati e la ricerca della dimensione comunitaria che ha portato alla nascita di tour operator di nuova generazione rivolti ai viaggi di gruppo per giovani, un tipo di vacanza che prima veniva apprezzata più che altro da una clientela di mezza età».
Che sia in gruppo o in famiglia, Pozzan sottolinea le particolarità del turismo post pandemia che riflettono, a suo giudizio, i cambiamenti interiori di ognuno. «Oggi mi rendo conto che qualunque proposta, anche un’escursione di un solo giorno rivolta alle famiglie, viene subito accolta con entusiasmo. A spingere le persone c’è il desiderio di stare assieme e la ricerca di esperienze sicure».
La pandemia ha aperto la strada a quello che Francesca Pozzan ama definire un «turismo valoriale», capace di dare valore al territorio, alle persone che lo abitano e anche al viaggiatore stesso. «A questo proposito c’è stata poi una forte riscoperta dei borghi.
Apprezzatissimi sono Badolato in Calabria, Petralia Soprana in Sicilia e Orvieto in Umbria. E un grosso cambiamento – aggiunge – è arrivato anche con il lavoro da remoto e la nascita dei nomadi digitali, subito corteggiati da specifiche agenzie di viaggi che offrono location da sogno a chi ha accesso allo smart working.
Tra le esperienze nuove più apprezzate – commenta ancora la travel designer – ci sono pratiche prima sconosciute come le settimane di immersione nella foresta, il trekking associato però allo yoga o alla mindfulness e i viaggi spirituali a contatto con tribù e pratiche ancestrali».
Se prima, quindi, il viaggio rappresentava per molti un’occasione di scoperta di luoghi lontani, oggi la direzione sembra essere inversa e chi intraprende un cammino lo fa spesso verso le parti più profonde di sé.
Intervista e articolo realizzati da Claudia Bellante per Vegolosi.it. Questa intervista è reperibile all’interno della rivista digitale Vegolosi MAG nel numero di marzo 2023.
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