L’intervista di oggi vede come protagonista un sognatore coraggioso con la “s” e la “c” maiuscole, sia per il cambio di vita radicale che ha fatto, sia per l’ambito a cui ha deciso di dedicarsi completamente. Oggi parleremo infatti di turismo responsabile insieme a Roberto Tommasi, fondatore del progetto Colectivo Lajkin.
Ma partiamo con il fare chiarezza sui concetti di base.
Che cosa significa turismo responsabile?
Come definito dall’AITR (Associazione italiana turismo responsabile):
“Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori.
Nella pratica, questa affermazione si traduce nella tendenza degli operatori turistici sensibili ai temi della responsabilità sociale d’impresa, della sostenibilità ambientale, della equità di genere e alle buone pratiche in generale, a fare molta attenzione a che il turismo responsabile sia ideato, realizzato e complessivamente gestito in maniera tale da non generare dei fenomeni di iniquità sociale ed economica, soprattutto a danno delle popolazioni delle regioni ospitanti il turismo stesso.”
Se ci segui da un po’ di tempo avrai visto alcune nostre interviste trattare temi molto affini a questo, come per esempio questa intervista sul turismo sostenibile in Nepal.
Ma allora qual’è la differenza, se c’è, tra turismo responsabile e sostenibile?
Diciamo che in principio il turismo responsabile valutava principalmente l’impatto sulla popolazione locale e sullo sviluppo economico e sociale. Il turismo sostenibile invece si occupava di valutare l’impatto sull’ambiente e il relativo inquinamento.
Oggi però siamo arrivati ad un punto in cui i principi della sostenibilità inglobano quelli della responsabilità, e quindi i due concetti si stanno in qualche modo fondendo tra di loro, diventando di fatto sinonimi.
La storia di Roberto: amore per il Messico e rispetto per le culture
Roberto fin da giovanissimo amava viaggiare per entrare nelle realtà locali dei luoghi che visitava e conoscerle dall’interno.
A 23 anni, dopo un’esperienza molto intensa in Messico, nella regione del Chiapas, prende una decisione chiara: vuole ritornarci e spendere lì molto più tempo per poter approfondire la conoscenza dei luoghi, della popolazione e della cultura locale.
Al tempo stava ancora terminando gli studi in Economia del Turismo, con una tesi proprio sul turismo responsabile. Un tipo di turismo che a quel tempo (parliamo di 20 anni fa) era ancora agli albori e che solo alcune agenzie in Italia stavano iniziando a proporre.
Partendo dalle conoscenze sul territorio e i contatti acquisiti in Messico, a Roberto arriva l’idea di provare a contattare proprio alcune di queste agenzie per proporre questa nuova tipologia di viaggi. E la sua proposta viene subito accolta da Vittorio Carta, titolare di un tour operator di viaggi responsabili e sostenibili con sede a Verona (con cui tempo fa abbiamo fatto questa bella intervista).
E così di fatto è iniziata questa nuova fase in cui Roberto accompagnava gruppi di viaggiatori in questi luoghi, per poi fermarsi da solo per alcuni mesi approfondendo la conoscenza delle comunità indigene.
Un cambio di vita non solo lavorativo
Come ci racconta nell’intervista, dopo un po’ di tempo anche la sua compagna lo ha raggiunto in Messico, iniziando di fatto a vivere stabilmente e approfondire insieme la cultura locale.
L’immersione nello stile di vita comunitario di queste zone ha dato lo slancio a Roberto e Betty per portarlo anche nella loro vita, fino ad arrivare alla creazione di un ecovillaggio a San Cristóbal de Las Casas, in Chiapas.
Dopo alcuni anni sono arrivati anche la sorella con il compagno ed è a questo punto che è nata l’idea di fondare un progetto comunitario basato proprio sul turismo responsabile: nasce così nel 2008 il Colectivo Lajkin.
Essendo in quattro persone si rendeva necessario espandere la proposta di viaggi e così hanno iniziato a creare collaborazioni con altre agenzie italiane in linea con questo tipo di turismo. Molte di queste collaborazioni proseguono tutt’oggi.
Ad oggi il progetto continua progressivamente a “ramificarsi” e la squadra di lavoro a crescere. Oltre al Messico infatti oggi vengono proposti viaggi responsabili in Guatemala, Colombia e stanno iniziando anche ad affacciarsi agli Stati Uniti, con l’obiettivo di creare occasioni di contatto con varie comunità di nativi americani.
Hai già visto l’intervista?
La storia di Roberto Tommasi e di come è arrivato a fondare il progetto Colectivo lajkin è davvero emozionante e ci permette di fare un’immersione veramente autentica in quella che è l’essenza del turismo responsabile, per questo se non l’hai già fatto ti invito a guardare la video-intervista integrale che trovi in cima a questo articolo.
Io ti saluto e ti aspetto nel prossimo articolo della rubrica #sognatoricoraggiosi, per lasciarci ispirare dalle storie di donne e uomini che hanno saputo muoversi in direzione dei propri sogni!
Francesca
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